LA FLEBILE SPERANZA DELL’ECONOMIA CIRCOLARE

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economia circolare

di GIORGIO LONGOBARDI

I tentativi di far collimare, in maniera positiva, i vari parametri che caratterizzano la società moderna spaziano in un incredibile mare di opportunità che non aspetta altro di essere valorizzato come si deve. Fra queste, c’è sicuramente quella legata all’economia circolare, una locuzione ideata per affermare le possibilità di autosufficienza e rigenerazione in modo altamente sostenibile. Una visione, quindi, rispettosa del prossimo dove i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, potenzialmente reintegrabili nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad una nuova evidenza tangibile. Insomma, una sorta di organismo le cui sostanze nutrienti vengono elaborate e impiegate per scopi scevri da ingerenze tossiche, tristi peculiarità di una storia dalla matrice opportunistica.

A che punto è l’economia circolare?

Tuttavia, per quanto gli ambiti di applicazione sembrino sconfinati, i dati relativi allo sviluppo dell’economia circolare appaiono preoccupanti. Stando a quanto ha rilevato il Circle economy, un centro di ricerche internazionale, l’economia globale fatica a recepire le caratteristiche di un’espressione identificata, con grande determinazione, dall’Ellen MacArthur Foundation. L’8,6% dell’apporto in questione non basta, così, a scardinare meccanismi e logiche commerciali che orbitano intorno a un flusso estrattivo di materiali proiettato verso i 190 miliardi di tonnellate. Una cifra esorbitante, figlia di un processo produttivo che fa leva sull’esasperazione del consumismo.

Recupero, riciclo e giacenze

Mediante, però, diversi incentivi politici e tecnologici, i tassi di recupero e riciclo sono in poderoso aumento, soprattutto in Europa. Un traguardo confortante, la cui antitesi si manifesta nell’esorbitante quantità di giacenze composte da prodotti dalla vita breve o usa e getta – 52,6 miliardi di tonnellate. Numeri altisonanti, certo, che però non devono distrarre dal perseguimento di una visione consona alle aspettative di vita del pianeta Terra, tartassato così com’è da criticità di vario genere. Risorse rinnovabili, lavoro comune, ottimizzazione e chance strategiche finalizzate alla riduzione dell’inquinamento ambientale vanno strenuamente tenute in considerazione affinché la socialità e la condivisione possano tornare a respirare una boccata d’aria fresca.