TIK-TOK: L’APP DALLE MILLE INSIDIE

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di ELISABETTA FESTA

L’APP è nata nel 2016 con il nome di Musical.ly, dall’idea intuitiva dell’imprenditore cinese Zhang Yiming, laureato in ingegneria informatica, il quale nel 2018 incorporò TikTok con l’intento di mettere a disposizione di tutti una piattaforma ludica e divertente.

Essa fornisce ai suoi fruitori la possibilità di dare libera espressione alla propria immaginazione attraverso la funzionalità del “doppiaggio”, ossia, l’interpretazione di veloci e semplici movimenti con l’ausilio di basi audio e film, aggiungendo filtri ed effetti particolari. E’ l’APP dei giovani, l’età minima è 13 anni, varie stime confermano, infatti, una quota di minorenni superiore rispetto ad altri “social”.

Con pochi semplici passaggi è possibile entrare nella comunità TikTok e divenire un TiKToker. Addirittura si può entrare a far parte di una classifica di gradimento nazionale ed internazionale ricoprendo il ruolo “influencer“, con una platea di iscritti di oltre un miliardo e mezzo, e ben 700 milioni di utenti attivi al mese. Questa piattaforma presenta, tuttavia, numerosi lati oscuri e pericolosi. La prima insidia riguarda l’assoluta mancanza di privacy inerente ai suoi giovanissimi utenti, si è appurato, infatti, che i dati sensibili degli iscritti confluiscono direttamente su “server” cinesi.

Un’altra preoccupazione è costituita dalla presenza su TikTok di minori che, pur di apparire illudendosi di conquistare facilmente il “successo”, espongono la propria immagine senza alcuna protezione, mostrando anche parti del corpo. 

Inoltre, TikTok rende pubblici gli account per impostazione predefinita, di conseguenza, anche i non iscritti possono visualizzare le condivisioni degli utenti, ragion per cui chiunque può entrare in contatto, anche i malintenzionati, con ragazzini, i quali incuriositi o per incrementare i “follower”, si rendono disponibili ad accettare “amicizie” da sconosciuti. Si possono altresì riscontrare rischi di pedofilia, pornografia, cyberbullismo, esibizionismo e competizione.

Fondamentalmente il “successo” ricercato su TikTok è rappresentato prevalentemente dalla gestione di video dal contenuto sessuale spinto. Per questo motivo, in Francia è nata, con l’interessamento del Governo, la campagna #Balancetontiktoker, il cui fine è segnalare i comportamenti inappropriati tenuti sulla piattaforma, come la riproduzione di atti sessuali in video, “hate speech” (incitamento all’odio di tipo razzista), molestie, stalking, richieste di foto senza vestiti a preadolescenti.

Tra gli altri, vi è anche il governo dell’India, che ha ottenuto la rimozione dell’APP da Apple e Google Play Store, perché accusata di diffondere contenuti pornografici. Restrizioni e divieti riguardano anche Bangladesh e Indonesia. (Fonte: “Social e Tutele” di Graziano Esposito).

Dopo queste considerazioni non resta che suggerire ai genitori e agli educatori, un attento controllo o addirittura, superato un certo limite, di vietare l’utilizzo di TikTok.