PAOLO ROSSI E LA “BELLA ITALIA”

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di ELISABETTA FESTA

Paolo Rossi fece sognare proprio tutti, tifosi fedeli ed appassionati ma anche spettatori occasionali non particolarmente esperti, che però non rinunciano ad assistere ai “Mondiali”, evento nazional-popolare fra i pochi rimasti che unisce ancora il Paese, azzerando, nel periodo in cui si svolge, ogni tipo di differenza di status, di genere, di credo politico, economico e religioso.

Dicevamo del sogno. Era il giorno della mitica finale fra Italia e Germania disputatasi in Spagna, a Madrid, l’11 luglio del 1982, quando, grazie ai gol di “Pablito”, che gli consentirono di essere incoronato capocannoniere del torneo, divenimmo “Campioni del Mondo”, gridato a squarciagola per ben tre volte dall’epico telecronista Nando Martellini. Tutto lo stadio “Santiago Bernabeu” era in piedi, compreso l’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, il quale euforico abbracciò i Reali di Spagna seduti accanto a lui in tribuna d’onore.

E fu così che Paolo Rossi lasciò un segno indelebile nella storia calcistica italiana e mondiale. La sua scomparsa ha lacerato i nostri cuori. Il dispiacere è duplice perché abbiamo memoria di quello straordinario momento storico rappresentato dagli anni ’80 del Novecento.

Decennio che iniziò con la vittoria dei mondiali di calcio, che vide la ristrutturazione industriale,  il superamento degli “anni di piombo”, il crollo del muro di Berlino, la nascita di Internet (strumento tecnologico che avrebbe completamente stravolto il nostro “modus vivendi”), gli anni di Papa Wojtyla, di Madonna, dei cine-panettoni. in cui nonostante l’inflazione galoppante esisteva ancora la speranza nel futuro. Anni di maggiore serietà istituzionale e civile, rappresentata da Sandro Pertini, un partigiano divenuto Presidente della Repubblica.

Con la morte di Paolo Rossi va via anche quell’Italia, muore definitivamente anche il calcio  “Made in Italy”, fatto di sacrificio, di professionalità, di amicizia, di lealtà, così lontano dalle attuali logiche affaristiche. In quella bellissima sera dell’11 Luglio 1982 tutto il Paese si riversò per le strade, la gioia era incontenibile, bandiere alle finestre e clacson a go–go. C’era la sorpresa e l’orgoglio di stare bene nel pronunciare semplicemente: “Viva l’Italia”.

Fu così che quella sera il mondo intero si tinse di Azzurro. Ciao PAOLO, Ciao BELLA ITALIA.