DROGA: UNA PIAGA SOCIALE SEMPRE APERTA

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di ELISABETTA FESTA

L’EMCDDA (European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction) ha di recente pubblicato uno studio contenente dati e statistiche sul consumo di stupefacenti nei 28 paesi dell’UE, tra cui è ovviamente presente anche l’Italia.

Nella sezione ad essa dedicata si legge un primo dato allarmante e, cioè, che un terzo della popolazione italiana nella fascia di età compresa tra i 15 e i 65 anni ha fatto uso di droga almeno una volta nella sua vita e che un decimo ne ha fatto uso nell’ultimo anno. La droga più consumata risulta essere la “cannabis” (almeno una persona su dieci ne ha fatto uso almeno una volta durante l’anno), seguono poi la cocaina, gli oppioidi e gli “spice” (cannabinoidi sintetici) il cui consumo risulta però essere nettamente inferiore.

Vediamo ora i dettagli sul consumo in Italia delle singole sostanze stupefacenti. FONTE – https://www.emcdda.europa.eu/system/files/publications/11329/italy-cdr-2019_0.pdf

Cannabis

Come anticipato, in Italia circa un terzo della popolazione (il 32,7%) compresa nella fascia d’età 15-64 anni ha fatto uso di “cannabis” almeno una volta nella sua vita. Con questo dato l’Italia si piazza quarta in Europa, dietro a Francia (44,8%), Danimarca (38,4%) e Spagna (35,2%). Un decimo della popolazione (il 10,2%) di età compresa tra i 15 e i 64 anni ha fatto uso di “cannabis” almeno una volta nel corso dell’ultimo anno. Questo dato raddoppia nella popolazione di età compresa tra i 15 e i 34 anni con una percentuale del 20,9%. Osservando più nel dettaglio il consumo in base all’età, l’EMCDDA riporta una percentuale di persone che hanno assunto cannabis nell’ultimo anno pari al 23,7% nella fascia di età 15-24 anni, al 18,4% nella fascia 25-34 anni, al 9,8% nella fascia 35-44 anni, al 3,5% nella fascia 45-54 anni e all’1,7% nella fascia 55-64 anni).

Cocaina

La cocaina è stata provata almeno una volta nella vita dal 6,9% della popolazione compresa tra 15-64 anni. Con questo dato l’Italia si posiziona quarta tra tutti gli Stati membri, dietro a Regno Unito (10,7%), Spagna (10,3%) e Irlanda (7,8%). Poco più di un centesimo della popolazione (1,2%) ha fatto uso di cocaina nell’ultimo anno. La percentuale tra i giovani adulti (15-34 anni) sale all’1,7%. Se guardiamo alle fasce d’età, il segmento dove il consumo è maggiore è quello 25-34 anni, con il 2,2%, seguito da quello 35-44, con l’1,9%. I più giovani, 15-24 anni, hanno un dato in linea con quello dell’intera popolazione, pari all’1,2%.

Amfetamine

In Italia hanno provato le amfetamine almeno una volta nella vita il 2,4% delle persone comprese nella fascia 15-64 anni). Il nostro Paese arriva così undicesimo tra gli Stati europei. Guidano la classifica il Regno Unito (9,9%), Danimarca (7%) e Paesi Bassi (5,4%).

Mdma

Le persone che hanno fatto uso di MDMA (nota anche come Ecstasy) almeno una volta nella vita in Italia sono 2,7%. Questo è il quindicesimo dato più alto nella classifica. In testa troviamo ancora il Regno Unito (10%), seguito dai Paesi Bassi (9,4%) e dall’Irlanda (9,2%). Il consumo nell’ultimo anno per la popolazione 15-64 anni ha coinvolto 4 adulti su mille (0,4%). La percentuale raddoppia (0,8%) tra i giovani adulti (15-34 anni). Sia tra i più giovani (15-24 anni) che nella fascia d’età immediatamente successiva (25-34 anni) la percentuale è dello 0,8%. Cala progressivamente con l’avanzare dell’età, allo 0,3% (35-44 anni), 0,1% (45-54 anni) e 0% (55-64 anni).

Eroina

I dati sull’eroina sono aggregati secondo parametri diversi rispetto alle altre droghe. Dal report dell’EMCDDA risulta che in Italia ci siano circa 235 mila consumatori di eroina ad alto rischio, più dello 0,5% della popolazione compresa nella fascia di età 15-64 anni. Questo dato ci colloca tra i Paesi Ue con le percentuali più alte, insieme a Regno Unito, Francia, Irlanda, Portogallo, Austria e Lettonia.

Tassi comparati di letalità da sostanze stupefacenti

Da questo studio l’Italia sarebbe uno dei Paesi con il tasso di decessi legati al consumo di droga tra i più bassi in Europa: meno di 10 casi ogni milione di persone. I Paesi dove le percentuali sono più alte sono quelli del Nord Europa, ovvero scandinavi, baltici e britannici (più di 40 morti ogni milione di persone). Nella fascia intermedia (tra le 10 e le 40 vittime ogni milione di abitanti) troviamo – tra gli altri – la Germania e la Spagna.

Conclusioni

L’Italia dunque è uno dei Paesi europei dove è maggiore il consumo di “cannabis” e, in misura ampiamente inferiore, quello di cocaina. Un terzo della popolazione 15-64 anni ha provato almeno una volta nella vita ad assumere cannabis e sette su cento hanno provato la cocaina. Guardando ai consumi nell’ultimo anno i dati diminuiscono: uno su dieci ha assunto cannabis e uno su cento (circa) ha assunto cocaina. Nella fascia di età dei giovani adulti (15-34 anni) queste percentuali raddoppiano per la cannabis e aumentano quasi del 50% per la cocaina. Per quanto riguarda le droghe sintetiche – anfetamine e MDMA in particolare – il consumo in Italia non spicca rispetto al resto d’Europa. È invece alto, relativamente al resto del continente, il consumo di eroina, ciò nonostante il numero e il tasso di morti per overdose in Italia è tra i più bassi d’Europa.

Sono molteplici i motivi per cui ci si avvicina all’uso delle droghe, in genere avviene con molta superficialità credendo illusoriamente di trovare in esse delle risposte a problemi esistenziali nelle seguenti modalità:

  • alterando gli stati di coscienza per espandere i livelli di consapevolezza personale;
  • sperimentando nuove sensazioni per ricercare una dimensione diversa da quella della quotidianità;
  • integrandosi col gruppo dei pari consumatori di sostanze stupefacenti (questo avviene soprattutto tra i giovanissimi);
  • rendendo più soddisfacente l’immagine di sé ricercando una maggior efficacia e controllo personale;
  • rafforzando l’autostima riducendo autovalutazioni negative per definire la propria identità;
  • per affrontare esperienze personali di disagio.

E’ chiaro che nessuna di queste situazioni sarà risolta grazie all’uso degli stupefacenti. La realtà è che il loro utilizzo, e gli effetti devastanti che ne derivano, si sommano a quelli già esistenti, creando complicanze e dipendenze ancor più disastrose e difficili da risolvere, un effetto domino senza fine.

Dunque, un mondo “deviato” complesso quello della tossicodipendenza che nonostante le strategie messe in atto a vari livelli e in vari ambiti istituzionali per arginarlo e contenerlo, purtroppo non trova ancora una risoluzione definitiva.